Da una sera di pioggia sulla Tiburtina al Diario di Izumi Shikibu
Stasera, guardando la pioggia dalla finestra, ho ricordato un brano del Diario di Izumi Shikibu (e dire che sto sulla Tiburtina... la poesia può fare miracoli)!
Arrivò anche il quinto giorno del quinto mese, ma la pioggia non cessava ancora. Il Principe che era rimasto molto colpito dal tono malinconico dell'ultima lettera della Dama, la mattina successiva alla notte in cui era caduta ininterrottamente una pioggia torrenziale, le scrisse:
«Il rumore della pioggia della scorsa notte, faceva davvero paura!»
La Dama gli rispose con questi versi:
Durante tutta la notte
a chi mai potevo pensare
mentre ascoltavo
il rumore della pioggia
che batteva sulla finestra?
E aggiunse: «Nonostante fossi al coperto le mie maniche erano incredibilmente bagnate».
Non ho resistito alla tentazione di riprendere il libro, uno di quelli che ritornano spesso sul mio comodino, e che stasera dopo tanto mi farà di nuovo compagnia.
Chiunque abbia studiato anche solo un po' la letteratura giapponese antica sa bene che nel Giappone dell'XI secolo la poesia svolgeva un ruolo essenziale nei rapporti tra uomini e donne. Spesso per spiegare questa cosa ai miei amici dico: «Era un po' come gli sms per noi». Certo il paragone con gli sms rende solo l'aspetto funzionale, non quello estetico. Questi messaggi poetici di periodo Heian (794-1185) erano scritti in bella calligrafia, su carte particolari, accompagnati da ramoscelli o omaggi floreali, e ogni dettaglio aveva un significato e trasmetteva di per sé un messaggio al di là del contenuto dei versi.
Quanta bellezza!
Tra i miei versi preferiti ci sono proprio quelli del Diario di Izumi Shikibu, il racconto in terza persona dell'amore intenso (quanto socialmente inaccettabile per l'epoca) tra la grande poetessa Izumi Shikibu e il principe imperiale Atsumichi.
Il testo è di incerta datazione e attribuzione. Probabilmente fu scritto nella prima metà dell'XI secolo da un aristocratico di medio rango che cercò di ricostruire la storia d'amore tra Atsumichi e Izumi Shikibu a partire da una raccolta poetica privata di lei.
Ma non voglio parlare di questo, piuttosto lasciarmi prendere ancora una volta dalla estrema bellezza dei versi, sperando che prenda anche voi.
Ancora la pioggia:
Un giorno arrivò un messaggio del Principe:
«Come state in questi tediosi giorni di pioggia?» seguito da questi versi:
Pensate che sia la solita
pioggia del quinto mese?
Sono invece lacrime
d'amore per voi
la pioggia incessante di oggi
Più avanti, sempre il Principe dice:
Anche se li paragono
all'acqua che inonda
le rive del fiume,
molto più profondi sono
i miei sentimenti per voi
«Ve ne siete accorta?»
Non vorrei affastellare poesie e poesie fuori dal loro contesto rischiando di creare un magma informe di parole, perciò eccovi solo un altro brano, per chiudere.
Questo estratto contiene la mia poesia preferita, il risultato dell'unione delle menti, dei cuori e delle abilità compositive dei due amanti. Comincia il Principe, e la Dama lo segue, in quella che sembra una sola unica voce:
«Farò tutto quello che volete, temo però che vedersi sempre affievolisca la passione», rispose la Dama.
«Allora provate a vivere insieme a me. Vedrete così che proprio come succede alle pescatrici di Ise con la veste che indossano, più vi abituerete a me e più vi affezionerete», rispose il Principe e poi se ne andò.
Vicino allo steccato, davanti alla casa, c'era un bellissimo albero di fusaggine con le foglie appena tinte di rosso. Il Principe ne spezzò un ramo e avvicinandosi alla veranda recitò:
Intenso è diventato il nostro amore
come il colore di queste foglie
E la Dama replicò:
Mentre io lo credevo
un amore effimero
come rugiada trasparente.
Buona notte e sogni romantici a tutti!